Il mio romanzo è un’opera di fantasia, in cui nomi, personaggi e avvenimenti sono il prodotto della fantasia dell’autrice.
I luoghi invece sono reali, anche se usati in modo fittizio, al solo scopo di conferire veridicità alla narrazione.
In questa pagina vorrei condividere con voi la bellezza di tali luoghi.
Le Dolomiti: le montagne più belle del mondo!
Annidata fra questi monti, la Val Pusteria è un vero paradiso d'alta quota.
"Col cuore diviso a metà, fra l’amore che da sempre nutriva per i luoghi che era in procinto di raggiungere e l’amore ben più recente, ma tanto più grande, per l’uomo che le stava seduto accanto, le descrisse lo splendido scenario dell’Alta Val Pusteria, dove ogni anno amava trascorrere un breve periodo rigenerante. Parlando, di tanto in tanto lanciava un’occhiata in tralice a Marco, che finalmente libero dalle attenzioni del suo vicino, stava ascoltando la loro conversazione. Avrebbe passato magnifiche giornate all’insegna dello sport e del relax, a stretto contatto con la natura. Una natura particolarmente prodiga di bellezza, affermò, che aveva donato a quella valle paesaggi indimenticabili. «Le Dolomiti» concluse quindi con una certa enfasi, «sono le montagne più belle del mondo, un vero paradiso in alta quota»."
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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Il Lago di Braies, perla delle Dolomiti, si trova in Valpusteria |
Il villaggio di Prato alla Drava prende il nome dal fiume che lo lambisce, che sorge in territorio italiano, nei pressi di San Candido, e poi, assumendo un aspetto via via più imponente, una volta varcato il confine austriaco attraversa maestoso la cittadina tirolese di Lienz. Ogni paese della valle presenta aspetti peculiari, che lo rendono in qualche modo diverso dagli altri, pur conservando i tratti caratteristici del Tirolo. Passeggiando per Prato alla Drava Anna pensò di non aver mai veduto un posto tanto romantico in vita sua. Vi si respirava un’atmosfera completamente diversa, rispetto al clima mondano di San Candido. Costituito da un piccolo gruppo di casette in tipico stile locale, abbarbicate sulle pendici del monte, il piccolo borgo le apparve come un grande presepe vivente. Sopra un dosso, in posizione appartata e panoramica, sorgeva una bella chiesetta col suo campanile svettante, circondata da un piccolo cimitero con le croci in ferro battuto.
Anche in quell’occasione Anna non riuscì a fare a meno di sognare, pensando a come sarebbe stato bello poterci venire in villeggiatura con Marco. Naturalmente quella sera stessa, durante la loro consueta telefonata, gli parlò in termini entusiastici del villaggio che aveva appena scoperto.
La sua reazione la sorprese. «Dovresti farti assumere dall’azienda di soggiorno» le disse ridendo. «Ne parli con un tale entusiasmo che fai venire voglia di mollare tutto e di partire».
Per un attimo Anna trattenne il respiro. «Lo hai detto anche l’altra volta» disse infine «e non ti nascondo che quasi ci speravo».
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
Anna si guardò intorno. Lasciando spaziare lo sguardo sulle distese immacolate, sui boschi, sulle cime rocciose che la circondavano, restò incantata dal suggestivo panorama dolomitico. Era felice di poter trascorrere del tempo in compagnia della sua amica più cara, occasioni come quella capitavano ormai di rado. Però, da quando aveva conosciuto Marco, ogni volta che le capitava di vivere bei momenti come quello, le accadeva di desiderare di averlo accanto e la gioia che derivava dal gustare quei semplici piaceri ne risultava in qualche modo sminuita. Si sorprese a pensare a lui con infinita nostalgia, quasi fosse diventata una necessità quella di condividere tutto con lui.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"![]() |
Vista panoramica di Sesto dai Prati di Croda Rossa |
Come Lucia aveva previsto, la giornata si preannunciava fantastica. Il cielo era terso e a ogni passo la neve crocchiava invitante, sotto gli scarponi da sci. Tutti gli impianti di risalita stavano funzionando a pieno ritmo, sfornando allegre comitive di sciatori impazienti di lanciarsi sulle piste immacolate.
Di lassù si poteva godere di una vista incantevole. Verso nord lo sguardo spaziava sulla valle e sul Monte Elmo, mentre a ovest e a sud si potevano ammirare in tutto il loro splendore le regine delle vette dolomitiche: Punta Tre Scarperi, Cima Una, Cima Dodici e Cima Undici. Il nome inconsueto di questi monti è dovuto a un curioso fenomeno naturale, noto come “la meridiana di Sesto”. Le vette che s’innalzano davanti al paese, infatti, in tempi remoti servivano da orologio agli abitanti della valle. I raggi del sole si posano di volta in volta su una delle cime, che vennero quindi denominate secondo le ore che segnano, dalle nove del mattino (Cima Nove) all’una del pomeriggio (Cima Una).
Anna accantonò momentaneamente tutti i suoi crucci per lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera serena. Da sempre amava la montagna, e le Dolomiti in particolare, e inoltre adorava sciare.estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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Una delle splendide regine che si possono ammirare da Prati di Croda Rossa |
Il venerdì pomeriggio Anna rientrò in paese verso le due, dopo aver sciato tutta la mattina con Lucia, per scoprire che Marco era già arrivato e la stava aspettando al parcheggio dietro la Cappella del Santo Sepolcro. Lo raggiunse di corsa e non appena lo vide gli si tuffò fra le braccia, mentre Kimberly faceva praticamente altrettanto, non volendo essere da meno. «Non ci posso credere! Se sto sognando ti prego di non svegliarmi» urlò, saltellando fra le sue braccia come una bambina, incapace di contenere l’entusiasmo, incurante dei passanti che li osservavano divertiti.
«Questo sì che è un benvenuto caloroso!» approvò Marco ridendo, travolto da tanto esuberante entusiasmo.
«Questo sì che è un benvenuto caloroso!» approvò Marco ridendo, travolto da tanto esuberante entusiasmo.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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La Cappella del Santo Sepolcro a San Candido: si trova sulla strada che dalla stazione ferroviaria porta all'isola pedonale del centro storico |
Il viaggio in Bretagna.
Con pochi soldi in tasca e un’automobile scassata le tre ragazze avevano trascorso il resto dell’estate bighellonando alla scoperta di posti ricchi di fascino, nel nord ovest della Francia: il Finistère, il Morbihan, la Cotes-d’Armor. Vasto promontorio proteso fra l’Oceano Atlantico e il Canale della Manica, la Bretagna esercitava su di lei lo stesso irresistibile fascino di ogni terra di frontiera, eternamente in bilico fra differenti culture e tradizioni. Quella terra così ricca di contrasti, un tempo stato indipendente e tuttora abitata da un popolo di origini celtiche, le aveva regalato emozioni forti. Pian piano anche il suo dolore si era attutito, lasciando posto a una nuova determinazione, come se avesse attinto direttamente dall’oceano un po’ della sua forza indomita. Cercò quindi di spiegare a Marco il fascino primordiale dell’oceano, così diverso dal tranquillo mare nostrum, e la sua natura estrema, che si riflette nell’indole della popolazione locale.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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Castel Mour, la minuscola casetta costruita a ridosso di due grandi massi, è diventata uno dei simboli della Bretagna |
Incolonnati dietro le altre vetture, avevano imboccato la strada sulla diga che unisce l’isolotto alla terraferma. Seguendo le indicazioni percorsero la strada fino in fondo, ritrovandosi fin quasi sotto le mura, e parcheggiarono il fuoristrada nella zona riservata ai visitatori che avrebbero trascorso la notte sull’isola. Il parcheggio, infatti, era regolamentato in base agli orari delle maree. Scaricarono i bagagli scherzando fra loro, dapprincipio un po’ preoccupati, infine ridendo come matti, all’idea che un’imprevista alta marea potesse sopraggiungere durante la notte a sommergere le auto in sosta.
Trascinandosi appresso le valigie si fecero largo fra la processione di visitatori che affollava la Grand Rue, il famoso vicolo che porta all’Abbazia, fiancheggiato da negozietti e locali di ogni sorta.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
Il giorno dopo lasciarono l’isola e raggiunsero Saint-Malò, la città corsara protetta da imponenti fortificazioni. Prima di entrare nella cittadella fortificata la guida turistica che Anna consultava costantemente consigliava di compiere il giro dei bastioni, per godere di una panoramica a trecentosessanta gradi. Seguirono il suggerimento e, proprio come promesso dalla guida, la cittadina apparve loro come una sorta di vascello in pietra, sospeso in un eterno controsenso. Da una parte la sua vocazione marinara che lo spingerebbe a salpare, dall’altra la sua indole austera di fortezza inespugnabile, che lo blocca con tutto il peso della storia, ancorandolo saldamente al territorio circostante.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
Proseguendo verso sud raggiunsero Dinan, nell’entroterra. Passeggiarono nella splendida cornice medievale della città alta, ammirando le belle case a graticcio della Rue de l’Horloge. Percorrendo la ripida, pittoresca Rue du Jerzual e proseguendo in discesa lungo la Rue du Petit-Fort raggiunsero il porto fluviale sulla Rance.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
Dalla Pointe de l’Arcouest s’imbarcarono per l’Ile de Brehat, nota come “l’isola dei fiori”. Protetto dalle forti escursioni termiche, grazie alla benefica influenza della corrente del golfo, l’isolotto offre una natura intatta e variegata. Accanto alle varie specie autoctone vi si possono trovare anche piante esotiche provenienti da luoghi lontani, portate sull’isola in tempi passati dai marinai.
A Port-Clos noleggiarono due biciclette, per esplorare l’isola lungo le strette vie dei villaggi, attraverso la brughiera, alla scoperta di calette selvagge. La vegetazione era sorprendente: tutto un rigoglio di ortensie, mimose, gelsi, alloro, eucalipti, aloe, camelie, gerani, fucsie, agapanthus.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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l’Ile de Brehat |
Si svegliarono ritemprati da dieci ore di sonno e si rimisero in marcia diretti verso la Costa di Granito Rosa, un tratto di litorale lungo il quale la roccia, incisa dal mare e dal vento in un instancabile lavoro di traforo e cesello durato migliaia di anni, ha creato uno spettacolo di rara suggestione, dove il rosa del granito si sposa con i colori della brughiera e del mare e pile di massi in sorprendente equilibrio si susseguono celando calette appartate. A Ploumanac’h percorsero il sentiero panoramico detto “dei Doganieri”, mentre il giorno dopo si concessero una pausa di ozio totale in spiaggia.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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la Costa di Granito Rosa |
I recinti parrocchiali, costituiti da un arco trionfale, una chiesa, un ossario e un calvario realizzati in granito, rappresentano una peculiarità dell’arte cristiana della Bretagna, soprattutto del Finistère. Il fiorire di questo tipo di architettura si deve al fervore religioso del popolo ed è collegato all’ascesa dei commerci marittimi e dell’industria del lino: i commercianti fornivano i fondi e le parrocchie rivaleggiavano fra loro per costruire il complesso più bello. Una delle parti artisticamente più rilevanti all’interno del recinto parrocchiale è il calvario, una sorta di racconto in pietra che aveva funzione didattica e serviva a elevare a Dio l’anima dei credenti. Eretti in occasione di calamità o pestilenze fra la metà del XV e il XVII secolo, raffigurano scene della Passione di Cristo, molto spesso elaborata con l’aggiunta di altri elementi: episodi del Nuovo e dell’Antico Testamento o figure di Santi. Per sfruttare al massimo l’impianto compositivo non è raro trovare statue bifronti.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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Calvaire de Plougastel Doulas |
Raggiunsero la Pointe Saint-Mathieu, dove, in un suggestivo contrasto, accanto al faro del 1835 si trovano le rovine di un’antica abbazia benedettina. S’incamminarono lungo un sentiero a strapiombo sul mare e poco più avanti, in un campo recintato, sotto il sole cocente incontrarono un asinello, che prese a seguirli lungo lo steccato che delimitava il campo.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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la Pointe Saint-Mathieu |
Trascorsero qualche giorno a esplorare i villaggi con i loro pittoreschi porticcioli, le falesie che precipitavano in vertiginosi strapiombi fra erica e ginestre, le spiagge selvagge e semi-deserte. Perlustrando la Pointe de Dinan, spazzata da un vento impetuoso che mitigava gli effetti dei raggi solari, si presero una bella scottatura.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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La Pointe de Dinan: in una memorabile giornata di sole e di vento, il mare gioca fra gli scogli |
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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Locronan |
La Baie des Trépassés (Baia dei Defunti) è un luogo ricco di fascino e ammantato di mistero. Intorno al suo nome inquietante sono sorte molte leggende, non ultima quella secondo cui i cadaveri dei marinai, rimasti vittima di un naufragio durante la tempesta, venissero ritrovati su questa spiaggia, sospinti dalle forti correnti; ma in ultima analisi pare che l’origine di quel nome infausto sia dovuta a un’errata trasposizione dal gaelico.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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La Baie des Trépassés |
La Pointe du Van si inserisce in un grandioso scenario naturale, con alte falesie battute dai venti e tappeti di erica disseminati di rocce, nascoste da licheni e ginestre, mentre la Pointe du Raz, all’estremità di Cap Sizun, è uno dei siti naturali più frequentati della Bretagna. Con i fari della Veille e della Plate, offre uno spettacolo pieno di fascino: una costa frastagliata impressionante, un mare verde e violetto che ribolle sugli scogli.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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la Pointe du Raz |
Il giorno seguente raggiunsero di nuovo Quimper. Stavolta però, con tutt’altro spirito, rientrarono nel ruolo di turisti spensierati. Andarono a visitare il centro storico, la Cattedrale gotica di Saint-Corentin e il bel palazzo vescovile, che ospita il Museo Dipartimentale Bretone, dove sono esposti i costumi tradizionali con le preziose cuffie di pizzo, alcuni mobili della tradizione locale come il lit-clos, un curioso letto protetto da ante come un armadio, e le famose ceramiche che sono il vanto della città.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
Il giorno dopo Anna e Marco lasciarono l’antico capoluogo della Cornovaglia per spostarsi verso oriente fino a raggiungere Concarneau, dove fecero tappa per visitare la Ville Close: una sorta di cittadella fortificata, costruita su un isolotto che sorge fra il porto di pesca e il porto turistico. Si trattava in origine di un piccolo priorato, collegato alla terraferma da un ponte levatoio, che nel XIV secolo, divenuto piazzaforte, ebbe un ruolo importante nella Guerra dei Cent’Anni. Risistemato nel 1990, attualmente l’isolotto fortificato è preso d’assalto unicamente da frotte di turisti, che si riversano con scopi tutt’altro che bellicosi nelle animate viuzze.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
Lasciata l’affollata cittadina in cerca di un luogo più tranquillo, approdarono in serata a Pont Aven, il paese dei mulini reso famoso dalla colonia di artisti che vi soggiornarono nell’Ottocento, fondando la Scuola di Pont Aven. Visitarono il Museo in cui sono esposte opere di Gauguin e di altri noti pittori e dopo aver curiosato fra le innumerevoli gallerie d’arte scoprirono un incantevole piccolo parco, attraversato da canali solcati da romantici ponticelli fioriti.
Lasciata Pont Aven si diressero a Carnac, per visitare il famoso sito megalitico che ha suscitato numerose ipotesi, dalle più scientifiche alle più fantasiose e controverse. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe di luoghi sacri, teatro di riti pagani, ma le ultime più accreditate teorie sostengono che si tratti piuttosto di osservatori astronomici. Il movimento del sole infatti sembrerebbe essere all’origine dell’intera costruzione, una stupefacente concentrazione di megaliti eretti da popoli neolitici fra il 5000 e il 2000 a.C. Le file di menhir sarebbero orientate secondo la posizione del sorgere del sole nei solstizi e negli equinozi, creando una sorta di calendario a cielo aperto che segnava le grandi tappe della vita agricola.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
Raggiunsero Josselin e visitarono il magnifico castello di Rohan e il museo delle bambole, ospitato nelle antiche scuderie del castello, che raccoglie circa cinquecento esemplari del XVII e XVIII secolo.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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Castello di Josselin: vista della imponente facciata posteriore dal ponte sul fiume |
Dopo tanto girovagare come nomadi la Bretagna non aveva ancora esaurito le sorprese, continuando a rivelare una varietà incredibile di volti e di sfaccettature. Davanti a loro si estendeva un sontuoso complesso: le Domaine de Rochevilaine. Un luogo fuori dal tempo, sospeso fra cielo e mare, costruito pietra su pietra per formare un piccolo, estemporaneo villaggio su quella punta rocciosa.
Dopo tanto girovagare come nomadi la Bretagna non aveva ancora esaurito le sorprese, continuando a rivelare una varietà incredibile di volti e di sfaccettature. Davanti a loro si estendeva un sontuoso complesso: le Domaine de Rochevilaine. Un luogo fuori dal tempo, sospeso fra cielo e mare, costruito pietra su pietra per formare un piccolo, estemporaneo villaggio su quella punta rocciosa.
estratto dal romanzo "La nostra età dell'oro"
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le Domaine de Rochevilaine |
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